Dopo l’accordo dei 27 Stati membri dell’Unione europea sul price cap, il prezzo del gas torna a scendere dell’8,2%.
Nonostante le minacce del ministro dell’Energia e vicepremier russo Aleksandr Novak sullo stop alle forniture di gas, in seguito all’accordo sul price cap raggiunto in settimana dai 27 Stati membri dell’Unione, il prezzo del gas continua la sua corsa alla discesa. Al Ttf di Amsterdam il metano torna a costare meno del giorno precedente all’invasione russa in Ucraina.
83,9 euro al megawattora
Il metano si attesta oggi un calo di un ulteriore 8,2% a quota 83,9 euro al megawattora, un ribasso intrapreso dalle quotazioni gas ormai da più di una settimana. Un livello ancora più passo di quello del 23 febbraio scorso, che si era attestato una quota di 88 euro al megawattora.
L’accordo raggiunto in settimana tra i 27 Stati membri per un tetto comunitario al prezzo del gas russo sarà in vigore a partire dal 15 febbraio e scatterà a 180 euro a megawattora al Ttf mensile di Amsterdam, con un differenziale di 35 euro rispetto al prezzo medio globale del Gnl e un tetto dinamico. Entro l’1 novembre 2023 sarà decisa l’estensione della validità della misura.
Gli effetti del price cap
L’Ue non ha voluto declinare la sua decisione sul price cap nonostante le minacce ricevute dalla Russia. Il ministro Novak ha dichiarato questa mattina: “La Russia vuole dirottare le sue forniture di gas dall’Europa verso altri mercati, anche se quello europeo resta rilevante”, spiegando poi che “il price cap nell’Ue potrebbe spingere i fornitori verso altri mercati senza restrizioni”.
Le compagnie di idrocarburi russe, di fronte alle sanzioni occidentali, sembra che stanno direzionando le proprie spedizioni di greggio e prodotti petroliferi verso la regione dell’Asia-Pacifico, l’Africa e l’America Latina.